Dal professor Heinz Bierbaum riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Il 16 giugno al congresso di Berlino le due formazioni politiche di sinistra, la “Linkspartei. PDS” e la “Wahlalternative Arbeit und Soziale Gerechtigkeit” (WASG - Alternativa  Lavoro e Giustizia Sociale)  si sono fuse in un unico partito. Le due formazioni rappresentano tradizioni e culture politiche diverse. La PDS viene dalla tradizione comunista ed è diffusa  soprattutto all’Est. La WASG, concentrata all’Ovest, è formata da molti ex-socialdemocratici di sinistra tra cui una parte notevole di sindacalisti. Il vertice è paritario, con sono due presidenti: Lothar Bisky e Oskar Lafontaine. Il congresso di Berlino è stato il punto culminante di un processo di unificazione molto difficile, segnato anche da forti conflitti, che durava da due anni . Il punto di partenza era stato il successo  ottenuto alle elezioni politiche, quando le due formazioni si sono presentate con liste comuni. Subito dopo il voto PDS e WASG avevano costituito un unico gruppo parlamentare. La nascita de “La Sinistra” è un evento storico. Per la prima volta nel dopoguerra è sorto in tutta la Germania un partito a sinistra della SPD, che ha una prospettiva non effimera. “La Sinistra” è infatti il terzo partito tedesco per numero di iscritti, dopo socialdemocratici e democristiani, ma davanti a liberali e verdi. E secondo i sondaggi dispone oggi di un elettorato stabile di circa il 10%, con un potenziale molto più vasto. Con cinque partiti di rappresentanza parlamentare l’assetto politico tedesco è molto cambiato, e la presenza di una consistente forza politica di sinistra, seppure non ancora consolidata, pone grossi problemi in particolare alla SPD. Fino ad oggi i socialdemocratici non sono apparsi in grado di affrontare con efficacia i nuovi sviluppi. Prevalgono i toni polemici con accuse di populismo a “La Sinistra”, ed è manifesta l’ostilità personale nei confronti di Lafontaine. Anche per questo non esistono oggi le condizioni per una cooperazione tra le due formazioni, anche se nel futuro una tale cooperazione non si può escludere. Al congresso di Berlino Lafontaine ha detto che “La Sinistra” si situa nel solco di Karl Liebknecht, Rosa Luxemburg e Willy Brandt. Dunque, il nuovo partito si autorappresenta come erede di tutto il movimento operaio. Al contrario della SPD, che invece viene accusata di aver abbandonato questa tradizione. E infatti la profonda mutazione  della politica socialdemocratica, di cui è espressione più significativa l’Agenda 2010 del ex goverrno Schröder, ha lasciato un vuoto politico che adesso viene occupato principalmente da “La Sinistra”. E’ un dato già evidente nel programma della nuova formazione politica, che indica tra i suoi obiettivi più importanti quello della ricostruzione dello stato sociale. Si tratta di un programma fondamentalmente antiliberista, che assume la pace e il governo dello sviluppo come riferimenti  di ordine generale. Sicuramente sarà necessario un approfondimento del programma, ed è decisivo che “La Sinistra”  promuova un dibattito politico il più vasto possibile. Il congresso di Berlino, infatti, non è stato la conclusione, ma un punto di partenza per la rifondazione della sinistra. Il nuovo partito ha di fronte una grande sfida: come far nascere una nuova cultura del “fare politica”, in grado di suscitare un’alternativa al politicismo diffuso. Da questo punto di vista è essenziale che “La Sinistra” sappia dare voce politica al mondo di lavoro,  che già rappresenta in parte notevole,  come pure ai movimenti sociali. La nascita della nuova sinistra in Germania è senza dubbio un fatto incoraggiante per tutta la sinistra in Europa. Pochi anni fa nessuno avrebbe creduto che proprio in Germania, laddove la socialdemocrazia primeggiava, un tale sviluppo sarebbe stato possibile. Oggi la “novità” tedesca offre un’opportunità che deve essere colta: occorre un rafforzamento del dialogo tra tutte le forze di sinistra in Europa.

Heinz Bierbaum